Il Giudicato d’Arborea prosperava sotto il regno del bisnonno di Eleonora, Mariano III, e arrivava a comprendere più della metà dell’isola quando, nel 1297, Papa Bonifacio VIII concesse a Giacomo II d’Aragona il diritto di invadere la Sardegna.
Questo re, non avendo la forza militare per conquistare l’intera isola, si accontentò momentaneamente di intrattenere rapporti di amicizia e di alleanza con i Giudici d’Arborea.
Passarono gli anni, e al tempo del nonno di Eleonora, Ugone II, questi rapporti si strinsero sempre più con diversi matrimoni e soprattutto con l’alleanza contro i pisani, che vennero sconfitti nel 1324 dagli aragonesi, i quali si appropriarono dei loro territori.
Ma il popolo sardo si ribellava al governo aragonese che massacrava tutti coloro che cercavano di rifugiarsi nel Giudicato d’Arborea. Così, quando il padre di Eleonora divenne Giudice con il nome di Mariano IV, ruppe il trattato di alleanza e dichiarò guerra all’Aragona.
Nel 1364 mentre il Juyghe Mariano è impegnato con il suo primogenito sui campi di battaglia, muore Timbora sua moglie, ed Eleonora rimane sola nel palazzo giudicale di Oristano, ad occuparsi degli affari dello Stato.
La donnikella non si è ancora sposata, forse perché piuttosto che alla sua vita è più interessata ai destini del suo popolo, e come suo padre custodisce nella mente e nel cuore la visione di una nazione sarda unita, amica ma non dipendente dalle altre potenze in lotta per il dominio delle terre e dei traffici nel Mediterraneo.
Eleonora amministra lo Stato e studia a fondo l’organizzazione del Giudicato.
Ciascun Giudicato è diviso in distretti chiamati curadorias dirette da un curadore.
A capo di ogni villaggio c’è un maiore che cura la riscossione delle tasse, organizza i servizi di polizia e amministra, per i reati minori, la giustizia.
Il curadore, insieme a tutti i maiores della sua curadoria, forma anche un tribunale: la Corona de Logu che giudica i reati gravi, ad eccezione di quelli gravissimi che spettano ad un tribunale speciale presieduto dal Juyghe.
Ma forse ciò che appassiona maggiormente Eleonora è discutere con gli esperti di suo padre sulle leggi della Carta de Logu, il codice di Arborea che un giorno e poi per secoli darà la legge a tutta la Sardegna e che i posteri conosceranno come la Carta di Eleonora.