A Mariano IV, morto probabilmente di peste nel 1375, successe il primogenito Ugone III, il quale mantenne lo stato di ostilità; nel 1377-78 cercò anche di realizzare un’alleanza antiaragonese, non andata a buon fine, con Luigi d’Angiò, fratello del re di Francia, Carlo V di Valois. Il 3 marzo del 1383 perì in una sommossa popolare, determinata dal suo modo di governare troppo dispotico. Fu chiamato al trono giudicale Federico Doria-Bas, figlio primogenito della sorella di Ugone, Eleonora, e di Brancaleone Doria. Essendo Federico ancora minorenne, la madre assunse le funzioni di regina-reggente e governò in sua vece. Il primo problema che dovette affrontare fu quello della liberazione di Brancaleone, suo marito, tenuto come ostaggio da Pietro IV a Castel di Cagliari, nella torre di San Pancrazio fino al 1386, successivamente in quella dell’Elefante. Federico morì che aveva appena 10 anni; gli subentrò nel 1388 il fratello Mariano V, anche lui sotto la reggenza della madre perché minorenne. Lo stesso anno fu firmata la pace tra i Catalano-Aragonesi e l’Arborea: anche per lo stato di prigionia nel quale ancora si trovava Brancaleone, Eleonora fu costretta dalle clausole del trattato a restituire alla Corona le città, le villas e tutti i luoghi regi in precedenza occupati dai giudici d’Arborea, conservando soltanto il territorio storico del giudicato e le terre oltregiudicali del Logudoro. Brancaleone, liberato nel 1390, il 1 aprile 1391, ricusò quella pace che considerava estorta con la violenza; raccolse un esercito di diecimila uomini con i quali occupò la città di Sassari, già in rivolta contro gli Aragonesi, e prese i castelli di Pedreso, Galtellì, Bonvehì e della Fava. Passato poi con l’esercito nel Meridione dell’isola, conquistò la città di Villa di Chiesa: recuperò, in definitiva, i territori già appartenuti al giudicato d’Arborea prima della pace. Frattanto Eleonora, volendo riportare l’ordine e la giustizia e volendo accrescere il benessere della popolazione del Regno giudicale, promulgò, verso il 1392, un codice detto Carta de Logu. In esso, sulla base di una precedente opera legislativa di Mariano IV, integrata e migliorata, venivano raccolte, suddivise in 162 capitoli, tutte le norme destinate a regolare la vita civile nell’Arborea. All’incirca 10 anni dopo la promulgazione della carta, pare nel 1402, Eleonora morì, forse vittima della peste che, negli anni a cavallo del Tre e Quattrocento, flagellò l’intera Europa. Nel 1407 morì anche il giudice Mariano V; su di lui si hanno pochissime notizie, si sa soltanto che era rimasto celibe e quindi, in mancanza di legittimi discendenti diretti, alla sua morte si presentarono complessi problemi di successione che furono risolti, secondo legge, con l’attribuzione del trono giudicale a Guglielmo III, visconte di Narbona, discendente di Beatrice de Bas-Serra, figlia di Mariano IV d’Arborea.
Aggiornamento: 11 novembre 2017
Raimondo Carta Raspi, Ugone III d’Arborea e le due ambasciate di Luigi I d’Anjou, S’Alvure, Oristano 1982.
Carta de Logu dell’Arborea, Giovanni Lupinu (ed.), ISTAR, Oristano 2010.
Società e cultura nel giudicato d’Arborea e nella Carta de Logu, Giampaolo Mele (ed.), Nuoro 1995.