Il portolano Kitâb-i Bahriyye o Libro di Marineria redatto dall’ammiraglio turco Piri Reis tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII è conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Il codice pergamenaceo composto da 157 carte, «rilegato in cuoio stampato», fu definito dall’orientalista tedesco E. Sachau «un’opera cartografica con annesso testo descrittivo che, a causa della sua grande ampiezza e della sua esattezza nei dettagli, merita di essere annoverata fra i più significativi monumenti della letteratura turca … scopo principale dell’Autore è quello di offrire al navigatore tutto ciò di cui abbisogna per la navigazione».
La carta dell’Isola di Sardegna (mm. 325 x 225), disegno a colori su pergamena, collocata alla p. 109r del Kitâb-i Bahriyye esaminato, è priva di scala, orientata con il nord in alto ed arricchita da una rosa dei venti ad 8 direzioni. Per l’esigenza di segnalare baie, approdi sicuri o promontori il cartografo induce ad esagerare l’ampiezza dei golfi o il frastagliamento della linea di costa. Con particolare cura vengono tracciate le foci dei principali corsi d’acqua, vitali per la navigazione, gli scogli e le isole minori abbellite cromaticamente.
Dalla traduzione del fasl o Parte in cui si descrive l’isola catalana chiamata Sardegna (Serdînye) di Alessandro Bausani è stato estrapolato il tratto di costa oristanese:
A 5 miglia dalla spiaggia di Salina, al largo, ci sono due isolette basse, una delle quali si chiama Qôşadône «cioè coscia di donna» (qadïn budu) e l’altra Mâl Metire. Le due isolette sono un buon ancoraggio per le barche a remi, che possono passare fra di esse. A 11 miglia a Sud delle dette isole c’è Qâv [o] Sâmârqô (Capo San Marco), e a 11 miglia ancora a S c’è Qâv [o] Anâbôlô (Capo Napoli o Neapolis). Fra questi due capi c’è un golfo. Vi si entra per 11 miglia verso Est e all’estremità interna del golfo c’è un fiume chiamato Qâv [o] Tirs (Tirso). Nell’entroterra c’è un borgo chiamato Rôstânô (Oristano); il detto golfo ha acque basse. D’estate le barça (navi da trasporto a vela) possono ancorarsi dove vogliono ed è anche possibile gettar l’ancora all’imboccatura del golfo. A 2 miglia nella parte interna della punta di San Marco c’è un porto. In altre parole nel detto luogo c’è una scogliera e le barça entrano in quella scogliera e vi si ancorano, ma passano a mezzo miglio di distanza da Capo San Marco perché la punta non è pulita (cioè vi sono scogli affioranti).
Aggiornamento: 11 novembre 2017
Angela Asole, La Sardegna nel Kitâb-i Bahriyye di Piri Reis, in «Geografia», 1982, n. 4, pp. 187-194.
Alessandro Bausani, La Sardegna nel Kitâb-i Bahriyye di Piri Reis, in «Geografia», 1980, n. 2, pp. 71-79.
Luigi Piloni, Le carte geografiche della Sardegna, Editrice Sarda Fossataro, Cagliari 1974, tav. XVIII.
Margherita Pinna, Il Mediterraneo e la Sardegna nella cartografia musulmana (dall’VIII al XVI secolo), ISRE, Nuoro s.a., vol. II, pp. 241-245.