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VI - La Carta de Logu

Clara Murtas. Illustrazioni di Pia Valentinis.

 

I rumori della guerra lontana arrivano fino alla reggia di Oristano e la Giudicessa Eleonora, illuminata dalla luce viva di una finestra, è seduta ad un’alta cattedra; conversa coi suoi notai, propone problemi, discute soluzioni e poi, appoggiata la fronte al palmo della mano, cerca e medita le frasi giuste.

La Juyghissa e i notai citano il latino, parlano in sardo, ed è in questa lingua, quella del popolo, che viene scritta la Carta de Logu.

Eleonora vede scorrere con gli occhi della mente tutta la sua terra: mari e monti, campi e selve, case e castelli, fiumi e strade e pensa a quanto sia difficile dare leggi ed ordine a tutto quanto si muove, guizza, corre, striscia, vola su quella terra, ma soprattutto pensa a quanto sia difficile contenere e costringere in una rete quella belva dai mille nomi, bellissima e potente: la passione dell’uomo.

Eleonora, dunque, detta così al suo notaio: 

Con siò siat causa qui su acrescimentu et exaltamentu dessas provincias et regnos et terras dexendant dae sa rexoni e pro servari sa justicia e poiché per mezzo di buone norme si raffrena la prepotenza degli uomini malvagi, perché i buoni, possano vivere e stare sicuri, ed essi stessi, per opera dell’amore siano obbedienti alle disposizioni e agli ordinamenti di questa carta, sa quali cun grandu sinnu e providimentu erat fata per issa bona memoria de Juigui Mariani padri nostru, poiché non è stata corretta nei sei anni passati, oggi, considerata che la condizione degli uomini da allora è profondamente cambiata, soprattutto perché ognuno è più inclinato al malfare piuttosto che al bene operare della repubblica sarda, con matura deliberazione la correggiamo e cambiamo di bene in meglio.

Nos Elianora peri sa gracia de Deus Juyghissa de Arbarée, contissa de Gociani e biscontissa de Basso... comandiamo che si debba osservare quanto è scritto qui di seguito…

Capidulu 1 -De qui offenderet sa Sengoria

La maestà del regno non è solamente nel giudice ma in tutti i suoi rappresentanti. Bisogna rispettare chi rappresenta il giudice. Se costui commette ingiustizia vi sarà un occhio più alto che vedrà e una mano più potente che lo colpirà; ma tu non pretendere di avere giustizia dalle tue mani.

Capidulu 2 - De qui tractarit traicioni o disonore

Se spargi il sangue di un familiare del giudice, di un funzionario o un ufficiale è come se tu ferissi il re e il regno: pagherai con la vita. Ugualmente sarà punito chi tramerà o acconsentirà a che perdiamo onore o terre in possesso oggi o acquisite d’ora in poi.