Logo dell'Istar

Istar - sito ufficiale

Sezioni principali del sito

Menu principale

VIII - Il popolo e la Carta de Logu

Clara Murtas. Illustrazioni di Pia Valentinis.

 

Bera vede in una Gloria, suo padre insieme a un altro conciatore di pelli, riconosce anche un muratore e un tintore di stoffe, tutti intenti ad ascoltare Gavino, un piccolo proprietario che sembra molto arrabbiato e urla contro un pastore. Lei non capisce molto di quello che dicono, ma ad un certo punto Gavino molla al pastore un pugno sul naso, urlando:

 - tue non las as a fagher bintrare prus sas crabas in sa bingia mea!

Improvvisamente brilla qualcosa nel pugno del pastore e poi non si capisce più niente: Gavino è per terra, il pastore fugge, qualcuno lo insegue e gli altri si chinano sul ferito; per fortuna non è morto.

Bera è spaventata, anche se purtroppo ha già visto scene simili. Entra nella baracca un majore, e subito dopo arrivano i parenti di Gavino che lo portano a casa perché la famiglia possa curarlo. Bera piange, suo padre allora la prende per mano e insieme escono

- Babbo cosa faranno al pastore? - il majore, uscendo con loro, risponde:

- Le leggi ci sono e vanno rispettate, meno male che la ferita non è grave e per fortuna non morirà, se no ci andavamo di mezzo tutti, perché se accade che più uomini si trovino insieme e uno di loro uccida una persona, se gli altri non vengono alla corte a discolparsi entro tre giorni, questi saranno ritenuti complici e condannati a morte come l’assassino.

Nel caso che qualcuno uccida senza intenzione, ma per un incidente, come spesso accade, in quel caso si dovrà rimettere alla valutazione del judike. Intanto, però, quel pastore dovrà andare in prigione fino a che il ferito non sarà fuori pericolo. (Capidulu 3 - Qui ochirit homini) Comunque non doveva girare armato perché nel capitolo 24 si ordina che se qualcuno si reca a una festa o a una sagra di una chiesa, non dovrà portare con sé armi, sotto pena di una multa di 25 lire e della confisca delle armi. (Capidulu 24 – Qui andarit a festa).-

- Ma perché litigavano? chi aveva ragione? – Chiede ancora Bera che si è calmata ascoltando il majore.

I pastori possono far pascolare le greggi nelle pasture vicine al mare soltanto dopo la mietitura, e le capre del pastore erano entrate nel campo di Gavino invadendo il campo dove il frumento e il miglio stavano facendo la spiga. In questo caso le bestie vengono catturate e il pastore paga una multa, però i proprietari dei seminati devono recintare per bene i loro campi e devono far verificare le recinzioni dal curadore, se no non hanno diritto di protestare: se avessero chiamato me invece di picchiarsi – continua il majore – non sarebbe successo niente. (Capidulu 112)